Torre Rosazza
al caleidoscopio
al caleidoscopio

Terra forte e di contrasti. Il Friuli è un viaggio nel viaggio, alla scoperta dell’enogastronomia locale, di abbinamenti e degustazioni, di paesaggi e storie sempre nuove con un unico filo conduttore: i grandi vini friulani.
La Ribolla gialla, si sa, dà il meglio di sé con i primi di pesce: ad esempio un risotto agli scampi. Ma noi la consigliamo anche per un aperitivo 100% km zero, accompagnata con del prosciutto crudo di Cormons.
Prima i monaci Benedettini poi i Domenicani. Ma anche guerre, razzie e un grande incendio. Da sempre avamposto culturale. In oltre mille anni di storia, l’Abbazia di Rosazzo ha vissuto così tante vite che è impossibile raccontarle tutte qui.
Il vino che visse due volte. Antichissimo e conosciuto già dai romani, il Pignolo per due volte è scomparso e per 2 volte è tornato: nel ‘700 e negli anni ’70. Un capolavoro che offre il meglio di sé da solo, come vino da meditazione
Colli Orientali del Friuli “Roman Edition”: il suo nome deriva da Forum Iulii, l’odierna Cividale del Friuli, fondata da Giulio Cesare in persona intorno alla metà del primo secolo a.C.
Il Pignolo ha grappoli serrati come una pigna. È tipico dei Colli di Rosazzo. E proprio qui nell’Abbazia vivevano le ultime viti rimaste. Dal rischio estinzione a rinascita. Forse anche per questo i suoi vini si distinguono per longevità e sono adatti all’invecchiamento.
Nel logo di Torre Rosazza non ci sono solo la facciata della tenuta e i nostri vigneti. Guardando la T del nome si vede un piccolo elemento: la caratteristica feritoia a forma di chiavistello. Un particolare unico e originale, come siamo noi.
Questo si sa. La collina di Torre Rosazza è il posto perfetto per far crescere le viti. Ma non sono solo loro a trovarsi così bene qui. Ci sono due ospiti che da secoli hanno messo qui le loro radici: i due bossi centenari nel giardino della Villa.
A volte con il vino serve il bastone. Con le uve usiamo il “batonnage”: un bastone, o la sua evoluzione moderna in acciaio, con cui si agita il vino riportando in sospensione ciò che si deposita sul fondo della barrique. Risultato: più corpo, struttura e longevità al vino.
Dove c’è vino c’è casa. Fu così che alla fine del 1500 la famiglia nobile degli Antonini, già proprietaria dei vigneti di Torre Rosazza, decise di ristrutturare la vecchia fortezza medioevale per trasformarla in una casa di collina la “Casa sul Ronco”. Da allora,inizia la storia di Turris Rosacea.
In origine Torre Rosazza era una fortezza medievale. Dalle sue torri si controllava il passaggio lungo le strade circostanti. Dalle feritoie a chiavistello, visibili sulla facciata, gli arcieri puntavano le loro frecce verso eventuali assalitori.
Non solo vino. Prima di conservare le botti, la cantina di Torre Rosazza era il luogo dove si allevavano i bachi da seta. Poi trasformato dai mezzadri in magazzino agricolo, per supportare attività più redditizie.
Il Picolit prende il suo nome dalle piccole dimensioni del grappolo e degli acini. Questo a causa dall’acinellatura, un fenomeno che impedisce agli acini di crescere: solo quelli fecondati cresceranno e matureranno raggiungendo una maggiore concentrazione zuccherina. Una vera rarità.
Le origini del Tocai Friulano sono antiche. Per alcuni questo vitigno coincide con il Sauvignonasse francese, ma per noi è semplicemente il Friulano. Struttura, fragranza, equilibrio. Da bere con gusto.
Il Tocai Friulano è coltivato nei Colli Orientali dal 1600 tanto da diventare il vino del territorio. In alcuni testi è chiamato Sauvignonasse o Sauvignon Vert la sua origine era francese, per noi è semplicemente il Friulano.
Le “grave” sono ciottoli dalla forma arrotondata, scolpiti dall’acqua e depositati dal fiume Tagliamento nelle pianure circostanti. Da loro prende il nome un territorio, le Grave del Friuli, dove prendono vita ottimi vini freschi, aromatici e floreali.
Sfida linguistica. Come si chiama il terreno marnoso con strati di arenaria, ricco di calcare, potassio e fosforo ma povero di sostanze organiche; di colore grigio-azzurro tendente al giallo? Risposta: è la “ponca”.